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Parte l’avventura della prima Banca etica italiana (articolo tratto da Repubblica )

 

In dirittura di arrivo: se non ci saranno intoppi dell'ultimo minuto, il 30 maggio l'assemblea generale dei soci della Cooperativa "Verso la Banca Etica" formalizzerà la nascita della prima Banca Etica in Italia. Naturalmente bisognerà aspettare il benestare della Banca d'Italia, ma ormai il più è stato fatto.

Dopo tre anni di raccolta sono stati raggiunti quasi tutti i 12,5 miliardi richiesti dalla legge come capitale sociale necessario per la costituzione di una banca popolare.
Le 22 associazioni, cooperative ed imprese italiane del "terzo settore", che hanno affrontata quella che sembrava quasi una scommessa, possono dichiararsi soddisfatte: la raccolta viaggia alla velocità di 600 milioni di capitali sottoscritti al mese ed i soci sono già più di 8000, tra cui anche molti Comuni, Provincie, Regioni, istituti missionari, e persino banche, come la Popolare di Milano e la Banca di Roma.

In Italia esiste già da molti anni una consolidata esperienza di finanza solidale ma è soprattutto tra il 1991 ed il '93 che in Italia il settore finanziario è stato interessato da profonde trasformazioni legislative così in questi anni nasce, prima tra tutte, la CTM Mag, il Consorzio finanziario del circuito del commercio equo e solidale, l'idea è di costituire la prima Banca Etica in Italia, coinvolgendo in questo progetto molte delle maggiori realtà dell'associazionismo italiano.

Il 1 Giugno 1995 nasce la cooperativa 'Verso la Banca Etica'. Con un obiettivo ambizioso: fondare una banca "capace di riportare alla società civile la responsabilità dell'uso corretto o scorretto del risparmio", di porre lo sviluppo economico al servizio dell'uomo.
"Ma non facciamo beneficenza - sottolinea con forza Maurizio Spedaletti, uno dei soci della cooperativa Pangea, attiva a Roma fin dal 1991 dimostreremmo poco rispetto per noi stessi e per tutti coloro che ci affidano i loro risparmi per realizzare qualcosa di utile. Essere produttivi ed efficienti ha un senso diverso, se significa assunzione di
responsabilità. Fondamentale per un rapporto proficuo tra soggetti con pari dignità".

Se è vero, infatti, che la finanza etica non ritiene legittimo l'arricchimento basato sul solo possesso del danaro, si impegna tuttavia a garantire una giusta remunerazione del capitale dei risparmiatori, attraverso la ricerca di un equilibrio tra tassi di interesse ed esigenze dei beneficiari.
Partendo dal presupposto che il credito è un diritto di tutti, senza discriminazioni di nessun tipo, neppure economiche, si vuole operare per ricondurre la banca al compito di trasferire il danaro dalla società civile alle fasce sociali non garantite, che ben difficilmente riescono ad accedere al credito attraverso i canali tradizionali.
Ed infatti i settori, ed i soggetti verso cui saranno diretti preferibilmente gli investimenti saranno imprese no profit che si occupano di commercio equo e solidale, tutela dell'ambiente, erogazione di servizi, nel campo della cultura come dello sport, le organizzazioni di immigrati, le Ong (Organizzazioni non governative) per la cooperazione con il Sud del mondo.

UN PO’ DI STORIA DELLA BANCA ETICA

La Banca Etica italiana non sarà né la sola né la prima nel mondo; inserita nella rete internazionale del risparmio etico, si ricollega ad un circuito nato sin dai primi anni '80. La finanza sociale ed etica ha ovunque come tratto comune i criteri di responsabilità sociale ed ambientale adottati nella scelta degli investimenti, e la scelta di fornire l'accesso al credito alle fasce economicamente più deboli.
Oggi il miliardo di persone che costituisce il 20 per cento più povero della popolazione produce l'1 per cento del risparmio mondiale. Questa fascia di popolazione riceve appena lo 0,2 per cento del credito mondiale. E' come dire che 4 lire su 5 del risparmio dei poveri vengono "prestate" dal sistema finanziario ai più ricchi. E naturalmente l'accesso al credito è enormemente più difficile per le donne.

Deve aver pensato a dati come questi Muhammad Yunus, un professore universitario di economia, quando, dopo la terribile carestia abbattutasi sul paese nel 1974, decise di fondare in Bangladesh la Graamen Bank, la più nota tra le banche etiche. Nata nel 1976 è oggi la quinta banca del Paese, con più di 10 mila impiegati e 1050 sportelli, anche ambulanti. Raccoglie 200 miliardi di lire con un volume di attività di 1,5 miliardi di dollari ed un tasso di sofferenza di solo il 2 per cento. E questo è tanto più stupefacente se si pensa che tra i suoi 2 milioni di soci (e clienti) il 90 per cento sono donne e nullatenenti.
Questa banca è cresciuta finanziando centinaia di attività all'anno in tutto il paese attraverso il microcredito, un finanziamento di piccola entità per una banca, ma spesso di enorme e vitale importanza per chi, non avendo nulla, ottiene fiducia per investire su se stesso. Il meccanismo più usato è quello di affidare un piccolo fondo rotativo a più persone (generalmente 5) che si assumono collettivamente la responsabilità dei prestiti erogati.
Concedere credito, finanziario, ma soprattutto umano, a chi è considerato inaffidabile dai canali finanziari ufficiali, si è rivelata una scommessa sempre più vincente in tutto il mondo.

E naturalmente l'esempio della Graamen Bank non è rimasto a lungo isolato.
Nel 1980 è nata in Olanda la Triodos Bank, dall'esperienza ventennale di una cooperativa di credito. Nel 1995 aveva già un volume di attività di 165 miliardi di lire e negli ultimi tempi ha aperto anche una filiale in Inghilterra e due in Belgio. I settori di investimento? Economia sociale, ambiente, arte, non profit, cooperazione diretta col Sud del mondo e commercio equo e solidale.
Poi, nel 1988, è nata in Germania la Oekobank, sulla spinta del movimento ambientalista; a tutt'oggi finanzia soprattutto progetti eco-compatibili e socialmente utili con un volume di attività di 105 miliardi di lire. I suoi risparmiatori hanno tra l'altro, la possibilità di scegliere verso quale tipo di investimento indirizzare il proprio risparmio.

I risparmiatori della Alternative Bank Suisse (Abs), banca etica nata in Svizzera nel 1990, hanno invece tassi variabili, compresi tra l'1 ed il 4 per cento, con la possibilità di autoridurseli, per promuovere progetti soprattutto nel campo dell'economia non profit.
Oggi questo tipo di banche è diffuso un po' dovunque nel mondo: Citizen Bank in Giappone, Merkur in Danimarca, Eko Osuuspankii in Finlandia, South Shore Bank negli Stati Uniti, e Banque Populaire du Haut Rhin in Francia, sono solo le più note. (m.d.m.)