Perché siamo contrari allentrata dellItalia nellEuro.
Con lEuro si sta uniformando nei paesi europei un sistema economico che porta a una spaccatura nella popolazione: un 10 % che goderà di vantaggi economici e guadagni in borsa, e un 90 % che vedrà ulteriormente peggiorare le proprie condizioni di vita con tagli alla sanità, educazione e pensioni. Noi Umanisti siamo contrari allEuro, non siamo contrari ad unEuropa più unita e solidale, Anzi, la nostra aspirazione è un mondo unito, una nazione umana universale. Con lEuro si sta uniformando solo il denaro, il Dio del nostro tempo. Perché non si uniformano i diritti umani? Perché non si uniforma una buona assistenza sanitaria, una buona educazione per tutti e in tutti i paesi?
LE CIFRE DELLOTTIMISMO
Su cosa si basa l"ottimismo" di cui tanto i nostri governanti stanno cercando di convincerci? A maggio verrà votata la lista dei paesi che parteciperanno allEuro. In questi ultimi giorni il ministro del tesoro Ciampi cercherà di convincere le banche centrali degli altri Stati della capacità dellItalia di sostenere la riduzione del debito pubblico.
Ecco le cifre dellottimismo.
E tutto questo senza pensare alle prossime finanziarie (quella del 99 prevede di racimolare altri 10.000 miliardi!).
L'ECONOMIA PUÒ ESSERE UMANISTA
Leconomia è nata per svolgere un servizio nei confronti dellessere umano, per migliorare la vita e portare a crescita e sviluppo. Oggi purtroppo non è così. Un ristretto clan si è impossessato del destino dellintero pianeta. Il loro valore centrale è il denaro. Come si spiegherebbe altrimenti tanta sofferenza nei popoli?! 35 milioni di persone ogni anno muoiono di fame. Eppure cè cibo in abbondanza per tutta la popolazione mondiale. Prova a chiederti perché non viene fatto. Prova ad osservare la tua vita, guarda quante volte il tema economico ha influenzato le tue scelte, la tua vita. Per non parlare di quello che provi ogni volta che ti trovi davanti alla sofferenza di chi ti sta vicino, o quella di popoli lontani filtrata dalla gelida cronaca di...."Migliaia di profughi sbarcati in Italia". E allora scopriamo quanto centra con noi, con il nostro presente e il nostro futuro. Oggi raggiungere questa Europa sembra essere diventata la cosa più importante; lo hanno ormai fatto entrare nella testa della gente. Ma basterebbe osservare più attentamente per scoprire il solito gioco. Il tema non è entrare a far parte dellEURO o no. Il tema è la nostra vita. Questa economia è indegna, ma sarebbe anche indegno non ribellarsi a questo raggiro. Leconomia può essere umanista e quindi al servizio delluomo. Un economia in cui la prima cosa a cui si guarda non è il bilancio economico del paese ma il miglioramento delle condizioni di ogni cittadino. E a chi afferma che le due cose vanno necessariamente insieme proporrei di guardarsi attorno con gli occhi di un uomo e non con quelli freddi e cinici di uno speculatore di borsa. Gli umanisti a tutto questo ci credono e ogni attività, ogni azione è lespressione di questa convinzione.
Alessandro Gazzoli Thomas Smidt
LE ULTIME PAROLE FAMOSE De Silguy, commissario europeo: "Se l'Italia entrerà in Europa non potrà allargare la cinghia" Giorgio Bocca, su Venerdì di Repubblica: "L'Italia oggi è aggrappata a questo mito che per milioni di italiani è diventato la salvezza dalla balcanizzazione e dalla africanizzazione. Questa paura della deriva che ci trascina fuori dall'Europa sta diventando un'ossessione. ... Non toglieteci l'Euro." Onofri, consigliere economico di Prodi: "I sacrifici sono finiti? Direi proprio di no."
di Miguel Daulte membro del Movimento Umanista in Barcellona, Spagna
"Quando si sostiene che la privatizzazione di tutte le aree economiche pone la società al riparo dal potere statale, si nasconde il fatto che il vero problema sta nel monopolio o nell'oligopolio che trasferisce il potere dalle mani dello Stato nelle mani di uno Stato Parallelo, gestito non più da una minoranza burocratica, ma da una minoranza privata che aumenta il processo di concentrazione". Lettera ai miei amici, Silo, Multimage 1994.
"Il progetto del progresso, dunque, fa sì che ciò che progredisce veramente sia il divario tra coloro che sono favoriti dal sistema, un insieme molto diseguale al suo interno e persino poco amplio, ma che tende rapidamente a contrarsi, e lo spettro ogni volta più grande di sfruttati, precari, indeboliti, emarginati ed esclusi di ogni tipo". Contro l'Europa del Capitale e della Globalizzazione Economica, Ramon Fernandez Duran, 1996, Talasa Ed., Madrid.
"I nuovi sovrani saranno i dirigenti delle imprese transnazionali, la loro capitale amministrativa sarà Bruxelles, la loro bandiera di convenienza quella dell'Unione Europea". Maastricht: il protezionismo del libero mercato, Nicholas Hildyard.
LA STORIA DELLA "UNIONE EUROPEA" INIZIA QUALCHE TEMPO FA CON ALLEANZE E TRATTATI
I primi antecedenti sono la crezione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) e la fondazione dell'Euratom per dare impulso all'energia nucleare. Ma potremmo dire che il "progetto" della Comunità Economica Europea si costituisce a partire dal Trattato di Roma del 1957. Il suo obbiettivo fondamentale era l'eliminazione delle tariffe doganali per permettere la libera circolazione delle merci. Questa Europa dei sei si ingrandì con l'entrata di altri paesi e nel 1983 si costituisce la European Round Table of Industrialist (ERT), che è una specie di super patronato nel quale sono rappresentate le principali imprese transnazionali europee (Shell, Fiat, Nestlé, Daimler Benz...), le quali cominciano a dettare ai paesi membri le regole da seguire. Nel 1986 viene firmato l'Atto Unico per la creazione di un Mercato Unico e in seguito, nel 1991, secondo i dettami della ERT, viene definito a Maastricht il cammino da percorrere per arrivare, tra le altre cose, alla moneta unica. Come conseguenza degli accordi di Maastricht si rafforza il potere della Commissione Europea al di sopra degli Stati. Il massimo organo decisionale sarà il Consiglio Europeo, i cui procedimenti per la scelta delle decisioni sono segreti e perciò refrattari a qualsiasi tipo di controllo democratico o politico. Controllo che non possono esercitare né il Parlamento Europeo - unica istituzione con membri "eletti" - né, tanto meno, i diversi parlamenti nazionali, che restano lì, parcheggiati, come reliquie del passato. I più grandi beneficiari del processo di unificazione europea sono sempre stati finora le grandi imprese transnazionali. Con il trattato di Maastricht spianano ancor più il cammino verso il controllo dei cittadini, la concentrazione del capitale e la speculazione finanziaria.
LA FINE DEL WELFARE STATE
Le condizioni che sono state stabilite a Maastricht per i paesi che non vogliono rimanere fuori da questo mercato implicano un importante taglio delle spese sociali. E' già in atto una grande ristrutturazione della spesa pubblica, seguendo le raccomandazioni dell'F.M.I., il quale intende per "spesa pubblica improduttiva" ogni spesa di carattere sociale (sanità, pensioni, disoccupazione...). Ridurre la spesa pubblica per migliorare la crescita economica (di chi?) è la dottrina economica ufficiale. Ci sono tagli sociali che sono già stati fatti e altri che richiedono di maggiore gradualità onde evitare reazioni. Un po' alla volta peggiorano l'educazione pubblica e la salute pubblica (due pilastri del Welfare State, molto radicati fra gli europei e che non è facile toccare) affinché, in un secondo momento, la privatizzazione risulti l'unica via d'uscita. Chirac affretta le elezioni in Francia prima di fare un ulteriore passo con le privatizzazioni e operare feroci tagli sociali, ben sapendo che ciò gli farà perdere voti. Ma fa male i suoi calcoli, perde le elezioni ed ora queste misure da prendere stanno in mano ai socialisti. Anche in altri paesi europei i socialisti hanno recuperato potere politico (sono in maggioranza nella Commissione Europea) e adesso si ha il paradosso per cui saranno loro, i sostenitori del Welfare State, quelli che dovranno applicare le direttive dell'F.M.I., perché quelle misure, anche se la sinistra si mostra critica davanti ai suoi elettori, andranno portate a termine, indipendentemente dal potere politico.
LA "GOLDEN BANANA"
L'impulso e la direzione del tipo di economia neoliberale che si sta instaurando a tappe forzate si basa, tra le altre cose, sulla nota formula della concentrazione dei capitali. Questo procedimento, che si sta realizzando in diverse proporzioni in tutto il mondo, ha la particolarità di arricchire pochi e di devastare tutto il resto, che finisce per essere al servizio di quei pochi. In Europa questa concentrazione ha persino una delimitazione geografica. Solo in unarea del territorio europeo si concentreranno l'attività economica e la ricchezza; i rimanenti paesi e regioni resteranno al margine aspettando che un giorno questa ricchezza ritorni verso la periferia a beneficio di tutti. Questa zona di concentrazione è ciò che chiamano "Golden Banana"; è un'estesa regione che va dal sud-est britannico fino al nord Italia, passando per il nord della Francia, il Belgio, lOlanda e il sud della Germania.
UNA BANCA CENTRALE EUROPEA
Simultaneamente alla messa in moto della moneta unica, si costituisce la Banca Centrale Europea (BCE), che prenderà decisioni e imporrà la politica economica da seguire ai diversi paesi membri, con assoluta autonomia da qualsiasi potere politico. E' chiaro che i dirigenti del BCE non saranno eletti, ma nominati in base alla loro idoneità a difendere il capitale.
UNA POLIZIA ED UN ESERCITO EUROPEI
Oltre al pilastro fondamentale di Maastricht (quello dell'Unione Economica e Monetaria), hanno già cominciato a costruire due ulteriori pilastri. Uno, l'Euro-esercito, come braccio militare della NATO, le cui attività sfuggono completamente a qualsiasi tipo di supervisione o di vigilanza da parte del Parlamento Europeo. L'altro, quello degli Interni e della Giustizia, al cui scopo viene creata l'Europol, una polizia europea che nasce con un alto grado di autonomia e senza alcun controllo da parte dei diversi Parlamenti. Gli accordi di Schengen, Trevi, Dublino e ora di Maastricht, mirano alla costituzione di una "Fortezza Europa", chiusa su se stessa. E' importante fermare il movimento migratorio alle frontiere delle zone più ricche. Due esempi: a) nei testi legali prodotti vengono equiparati in modo preoccupante immigrazione, narcotraffico e terrorismo; b) il muro della vergogna che si sta costruendo a Ceuta (territorio spagnolo in Marocco, ndt) per rafforzare la "Fortezza Europa", che costerà 33 milioni di dollari, è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
CULTURA ED EDUCAZIONE
Come è ovvio, non permetteranno che questi due temi, cultura e educazione, restino fuori dal loro controllo. Bisogna addomesticare le popolazioni in vista del disastro che le aspetta e d'altra parte formarle in modo adeguato verso la maggiore efficacia e produttività. La politica culturale e quella dei mezzi di comunicazione procedono assieme. Si punta al consolidamento dei grandi gruppi multimediali per configurare la cosiddetta "pubblica opinione" europea e permettere ai differenti popoli di identificarsi e di raggrupparsi attorno ad una impresa collettiva comune. D'altra parte con Maastricht si decide anche di riorientare la politica educativa come elemento imprescindibile per migliorare la competitività dell'industria europea e dell'apparato produttivo. Un'educazione destinata a produrre le risorse umane di cui il mercato del lavoro ha bisogno; per questo le organizzazioni padronali devono essere intimamente legate alle istituzioni educative e condizionare il contenuto dei programmi che vengono impartiti. In sintesi, Maastricht mette in moto le misure necessarie alla creazione di uno Stato Parallelo. La "costruzione europea" si va allontanando dal sistema parlamentare che l'Europa aveva generato nel corso della sua storia. Non c'è una reale separazione tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario e si accentua la tendenza verso la perdita di sovranità, poiché le decisioni vengono prese da istanze che non sono scelte direttamente dai cittadini. Cittadini che patiscono un tasso crescente di disoccupazione e si rendono conto che il sistema che crea questa situazione non è in grado di risolverla, e vedono inoltre che, nonostante gli specialisti economici dicano che la macroeconomia sta andando molto bene, le curve dell'alcolismo, della droga, dei suicidi, ecc. crescono in modo allarmante. Cosicché io non scommetterei tutto su questo "progetto europeo" sostenuto dai militanti dell'antiumanesimo. Le persone hanno ancora molto da dire.
verso una cultura umana universale
Si chiama semplicemente @ nel più perfetto stile telematico la nuova rivista elettronica culturale del Movimento Umanista che sta nascendo in internet; si chiama cosi' in modo che ognuno possa leggere questo nome nella sua lingua, chiocciolina, at, arroba, arobase o forse evocare la a di alfa, l'inizio di un nuovo alfabeto verso una cultura umana universale formata da tante voci, da tante lingue, non necessariamente quelle che occupano una posizione centrale nella società attuale. Si può contribuire con produzioni testuali o grafiche, con relazioni su attività svolte in campo artistico e culturale in una prospettiva umanista o anche con riflessioni sul senso della cultura e dell'espressione nel momento attuale e per il futuro. Una particolarità della rivista è che gli interventi verranno tutti pubblicati nella lingua originale in cui sono stati scritti. Il primo numero è alle porte e esce nel mondo virtuale il 4 Maggio prossimo, tuttavia c'è ancora tempo per collaborare alla sua realizzazione. Chi fosse interessato a farlo può contattare Olivier Turquet, alla sua mail [email protected], ma anche al suo telefono: 055/580422